DI MARCO MONDELLO E FLAVIO SANDRETTO

Il rischio che si corre con alcune tragedie è che queste diventino, a forza di citazioni e commemorazioni, quasi familiari, quasi che si appanni il dolore che le accompagna.  Quante volte nella tua vita hai, infatti, già sentito  parlare della Shoah? Del massacro per mano delle forze tedesche, comandate dalla follia di  Hitler, di un popolo come quello ebraico? In tutti i periodi storici a seguire di questa pagina nera della storia del mondo, ancor di più in queste settimane, durante le quali l’ immagine della guerra ci viene nuovamente riproposta, ci è stato insegnato a ricordare. Ricordare attraverso film, libri, manifestazioni e testimonianze che sono diventati parte della nostra quotidianità, e che siamo soliti vivere nel periodo della giornata della memoria, il 27 Gennaio.

Anche senza occasioni speciali, noi della redazione di WeMoro abbiamo deciso di lanciare un messaggio affinché tutti gli studenti scoprano che non ci sono solo vecchi film o libri polverosi per ricordare ciò che successe, ma anche percorsi e progetti  molto interessanti, che rendono molto vicini luoghi e fatti che ci sembrano lontani nel tempo e sentiamo totalmente separati dalle nostre vite quotidiane. 

Vi presentiamo un progetto nato nel 2004, e che coinvolge ragazzi della terza media, studenti universitari e delle superiori, ma anche adulti di tutte le età, insomma, chiunque abbia voglia mettersi in gioco, a cura del Comitato scientifico dell’Associazione Treno della Memoria, composto da docenti universitari, ricercatori e formatori provenienti da tutta Italia. Curiosando nel loro sito internet, che vi invitiamo a cercare, si ritrova spesso l’espressione “cittadinanza attiva” un valore che negli ultimi anni abbiamo trascurato che attraverso progetti proprio come quello del treno della memoria, possiamo tornare a sentire dentro di noi. 

Stiamo parlando di un lungo viaggio in pullman, durante il quale educatori e partecipanti vivono un’esperienza collettiva, e proprio nel tempo di questo lungo spostamento il gruppo di persone tra loro sconosciute diventa una grande “comunità viaggiante” che ha come obiettivo il distaccarsi dal mondo dal quale si è partiti per immergersi nel ricordo che diventa esperienza di vita.

Proprio dal loro sito abbiamo scelto questa frase che riassume benissimo l’idea di fondo: «attivare un processo naturale di trasmissione orizzontale di conoscenze, esperienze ed emozioni svolto in un’ottica di cooperazione, rispetto reciproco e solidarietà», e tutto questo attraverso la visita ai campi di concentramento per un’esperienza forte che si chiude a Berlino.

Abbiamo avuto la possibilità di intervistare quattro dei cinque partecipanti partiti dalla nostra scuola e pensiamo che le loro parole possano essere la migliore pubblicità per questa esperienza di viaggio e di vita che davvero cambierà la percezione rispetto a luoghi terribili che abbiamo sempre solo conosciuto dalle pagine dei libri o, in modo più patinato, attraverso i film. 

Di WeMoro

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