– di Marco Gallereto –

La strada già la conosci… 

IL MOOD GIÀ LO CONOSCI.

Il Festival già lo conosci.

Non voglio fare il reporter né il cameraman nella vita, ma mi è stato chiesto di raccontare che cosa si provi a percorrere le strade di Sanremo nel giorno della finale quando, nella notte stessa, avremmo scoperto il vincitore della 74esima edizione della kermesse musicale.

C’è poco da dire… è un mix di emozioni, purtroppo annacquato. Non pioveva da mesi sulla Liguria e, secondo voi, quando le nuvole sono tornate a piangere? Proprio il giorno della finale. Che iella!  

L’arrivo è come da copione: non si trova parcheggio, a meno che non ti sposti a minimo due chilometri dalle coordinate interessate, ma questo lo avevo già calcolato. E poi… si cammina.

Prima fermata, anche se non sto viaggiando su un pullman – che poi, per spostarsi, avrebbe dovuto volare come un drone: l’Hotel Miramare. Fin da subito notiamo una piccola folla sulla pista ciclabile sotto l’albergo, davanti alle persone è pieno di impianti audio. 

Evidentemente qualche cantante sta per affacciarsi da una finestra all’ultimo piano e tutti sono già armati di cellulare per riprendere la scena.

Due addetti alla sicurezza vengono a dirci che sta arrivando… ROSE VILLAIN.

Tempo qualche minuto e la milanese si presenta proprio davanti a noi, vestita con un completo nero, pelliccia verde e i suoi inconfondibili capelli blu dall’effetto bagnato.

Inizia a cantarci “Click Boom” e invita chi si è fermato ad ascoltarla a spingere il codice 30 quella sera. 

Ovviamente i presenti, anziché godersi la canzone, stanno tutti a fare video con i telefoni (ero l’unico tra tutti a non farlo, infatti il video che ho me l’ha girato mamma).

Quando finalmente arriviamo in centro, nella via che porta al Casinò il flusso continua. 

Ora è quasi impossibile camminare perché i furgoni delle varie emittenti radiofoniche sono ovunque. Forse, in uno di questi, riconosciamo Alfa, ma non so dirvi con certezza se sia lui. 

In generale ne vediamo pochi di cantanti, perché molti sono già entrati all’Ariston o sono in albergo a truccarsi. Qualcuno però doveva ancora metterci piede… 

Nei pressi della stazione di Sanremo – sapete a cosa mi riferisco –  c’è un’altra folla pronta ad attendere il proprio idolo. Stavolta non vengono fatti nomi, ma capiamo lo stesso chi stanno aspettando… EMMA.

“Apnea” in sottofondo, un cartellone improvvisato con la scritta “EMMA TEAM” sono gli indizi che lo confermano, con tra l’altro, un tempismo perfetto.

Ci giriamo e una limousine nera si appresta a fermarsi di fronte all’Hotel de Paris. Emma scende, ovviamente scortata, e sale la scalinata per entrare e prepararsi a mandare la folla in apnea. Solo un problema, è completamente coperta e non si riesce a vederla in viso. Forse non era nemmeno lei la donna bersagliata dai cellulari che stava salendo le scale…

Ma noi non siamo dei cameraman, abbiamo pochi scatti a disposizione… giudicate voi!

Proseguiamo. 

Magari quando passate di lì non ci fate caso ma, al centro della via, alle griglie dei tombini si alternano targhe dorate con sopra scritti i nomi dei vincitori. Partendo da Nilla Pizzi, sotto l’Ariston, fino ad arrivare a Mengoni.

Ma torniamo a noi! I negozi sono tutti mezzi pieni e gli artisti di strada non potevano certo mancare (così come i loro Tag Instagram). Tutti stanno a fare congetture su chi trionferà, a parlar del più e del meno e, insomma, a rendere l’atmosfera sempre più calda.

Tuttavia sento che manca qualcosa… ma COSA?

ECCO COSA!

Ma i fan di Geolier dove sono? Quelli di Annalisa? E quelli di Angelina che, a Festival in corso, era diventata la favorita per la vittoria? Non se ne vedono. Forse si erano già appostati di fronte al teatro, ma soprattutto all’ingresso sul retro, perché gli artisti sarebbero entrati da lì per non causare troppo caos lungo le vie. Decidiamo, quindi, di passare dalla strada principale per vedere cosa avremmo trovato. Arriviamo all’ingresso sul retro e vediamo un grosso pallone sopra l’entrata:

Non c’è nessuno, però, se non un gruppetto di persone che, come noi, sperava di trovare qualche vip. Allora il mio amico propone di andare su fino a piazza Colombo, dove sapeva che ci sarebbe stato il Suzuki Stage

Raggiungerlo è un’altra impresa e la calca non ci è certamente d’aiuto. In mezzo a questa folla, becchiamo il testimonial di Poltrone & Sofà, ma tira dritto e non c’è  tempo di fargli qualche domanda. Forse doveva capire dove piazzare il divano assieme al suo socio… 

Comunque sia, dobbiamo  attraversare lo spazio destinato al passaggio degli artisti in gara e della sicurezza per arrivare di fronte al palcoscenico (dove quella sera si esibirà Achille Lauro, scartato dalla kermesse. Sono le 18 circa e Marco Liorni sta intervistando i Bnkr44, alla guida di un “Governo Punk” poi arrivato solo ventottesimo in classifica. Alla fine, ci capisco poco di quello che dicono, perché la mia testa è alla via di Sanremo dove a breve – almeno così speravo – passeranno i concorrenti.

La strada è stata divisa in tre corsie e i divisori sono ormai inavvicinabili. Se qualcuno prova a salire sui piloncini per avere una visuale migliore, le forze dell’ordine lo costringono a scendere (e per riferirvelo, ho tentato personalmente, MA NON DI SALTARE SULLA FOLLA, sia chiaro ahahah). 

Proviamo allora a cambiare zona e arriviamo da tutt’altra parte, probabilmente dov’era l’Aristonello. I locali radio per le interviste sono  pure lì, e quasi ci viene  voglia di andare a dire la nostra dentro a uno di essi. 

Vediamo anche un bel murale a tema

Paola e Chiara sono  collegate con Rai 1 per preparare il pubblico alla finale, arriviamo  a pochi metri da loro. L’Aristonello però non c’è più. Fiorello, infatti, sarà a fianco di Amadeus nella sua ultima serata alla guida di Sanremo. 

Se fossimo passati tre giorni prima, avremmo visto John Travolta venire costretto da quei due idioti a fare il ballo del Qua Qua. Pensateci…

Quella sera, invece, l’unico a ballare sarebbe stato Roberto Bolle.

A questo punto, siamo a occhio e croce a 100 metri dall’obiettivo quando veniamo bloccati dalle transenne. E già prima abbiamo incontrato un paio di blocchi di sicurezza.

Per chi se lo chiedesse, erano anche nei pressi dell’arena Suzuki e non permettevano a nessuno di portare oggetti metallici (eccetto ovviamente i cellulari). Capite anche voi che ora non si può più andare avanti. L’unico modo di avvicinarsi ulteriormente sarebbe entrare nel negozio di Calzedonia e Intimissimi ma, oltre ad essere già gremito, è pure sorvegliato dalla sicurezza che lascia  proseguire solo chi dice (ripeto, dice) di andare nel negozio per fare acquisti.

Tanto vale tornare indietro, prima che muoversi diventi impossibile. 

Pochi secondi dopo però… che succede? (scusate, m’è salito il Morgan)

Sull’edificio dell’Intesa San Paolo, un insieme di cavi elettrici, visibilmente sovraccarico, spruzza scintille sulla folla e prende fuoco. Sento mia mamma commentare: “Ecco, ora c’è un blackout e addio finale!”. 

Mentre le fiamme consumano lentamente il groviglio, vengono immediatamente chiamati due pompieri che faticano a spegnerlo perché è proprio sotto al balcone, ma alla fine lo domano. La polvere bianca degli estintori si diffonde per tutta la via… mentre un membro dello staff RAI che è dietro di me mi chiede cosa sia  successo. Pare essere sorpreso… gli avrei detto: “con tutte queste luci accese avreste dovuto aspettarvelo signori!”.

Il resto è poco interessante, poiché da questo momento in poi avvicinarsi anche solo alle transenne sarebbe come chiedere a un gallo di fare l’uovo. 

Mentre siamo seduti al bar per un aperitivo, di colpo vediamo uscire una signora tutta coperta e bersagliata dai giornalisti… deve essere Mara Venier – ospite speciale.

Fare foto a lei? Vorrei vedere se ci sareste riusciti con tutta quella gente a farle da “scudo”! Non è stato possibile in nessun modo. La nostra passeggiata  allora si conclude e quindi andiamo  a cena. Il posto si chiama “Spaccanapoli”… serve dire altro?

L’ultima cosa che riesco a vedere è la nave della Costa Smeralda al largo, pronta a saltare in aria (tranquilli, non c’era una bomba a bordo, solo un certo Tedua). La scritta che si vede è “Sanremo città del fiore”, ma, prima che arrivi il suo momento, leggo qualcosa come “Luci rosse a bordo!”. Ho pensato: “Ma che succede? Ci sono a bordo Siffredi o Martina Smeraldi?”. Ma poi il giro si chiude  qui…

Siamo pronti per vedere le ultime esibizioni: è solo questione di tempo scoprire il nuovo nome da inserire nell’albo d’oro di Sanremo.

P.S. già lo sapete com’è andata a finire.

Ma io NO! Non ho finito!

Com’è stato nel complesso essere lì? Non posso definirla una delusione perché già sapevo che avrei potuto vedere poco vista l’enorme affluenza tra le strade ma mi sento ugualmente di dire che rivivrei quell’atmosfera volentieri. 

Non ho piani per farlo due volte di seguito ma… chi lo sa? Con Wemoro nulla è scritto (tranne gli articoli) e, se già mi hanno mandato a teatro come inviato, potrebbero mandarmi anche a Sanremo (anche se difficilmente potrò dire a loro che sono un giornalista).

In ogni caso… grazie per aver letto e tornate presto!

Da Marco Gallareto è tutto. 

Di WeMoro

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