di ANNA SORU

Fabio al violoncello, Virginia alla viola e Vittorio al violino sono i giovani musicisti che ci hanno accompagnato in una lezione-concerto alla scoperta della musica del Romanticismo, esperienza emozionante vissuta dagli studenti del Moro.

Livemotiv è un progetto nato nel 2022 ed è promosso dall’associazione musicale De Sono e dalla Fondazione Agnelli in ricordo di Gianluigi Gabetti, “grande appassionato di musica, sempre attento alla formazione musicale dei giovani”. Livemotiv si rivolge agli studenti delle scuole secondarie di II grado in tutta Italia, ha come obiettivo quello di avvicinare i ragazzi alla musica classica, dimostrando come non sia così estranea dal loro mondo. 

La proposta per le nostre classi intendeva avvicinarci allo spirito del Romanticismo, movimento culturale molto vario che ha trovato la sua particolare  espressione anche nella musica: già alla fine del XVIII secolo infatti si diffonde la “musica assoluta” che, slegata da ogni schema, diventa libera espressione del poeta e delle sue emozioni, proprio come lo spirito romantico suggerisce.

Abbiamo cominciato ascoltando arie di Beethoven poiché fu uno dei primi musicisti ad essere considerato romantico anche se, per il periodo in cui è vissuto, fa in realtà da “spartiacque”. Vivendo a Vienna ha avuto l’opportunità di diventare un “libero professionista” e, non essendo alle dipendenze di nessuno, ha potuto esprimere la sua interiorità. Seppur in parte era rimasto ancora legato alla forma-sonata, si incomincia a percepire che iniziava a stargli stretta e che cercava un modo di “evadere” da essa.

Alla fase di ascolto è seguita una parte di “analisi”: Benedetta Macario, che ha fatto da moderatrice, ci ha fatto notare come due motivi, uno in tonalità minore e uno in tonalità maggiore, si rincorressero nella sinfonia, alternando un’atmosfera più tormentata con una più leggera.

Pienamente romantico è invece Sibelius, il secondo compositore che abbiamo ascoltato nelle interpretazioni degli archi. La sua musica rientra in una corrente chiamata “virtuosismo” perché  i musicisti davano spettacolo della loro abilità tecnica e ognuno cercava di spiccare.

Abbiamo ascoltato un pezzo da Finlandia, un poema sinfonico concepito per celebrare l’indipendenza della suo paese.  Anche un orecchio inesperto come il nostro si poteva rendere conto che si stava utilizzando un linguaggio musicale diverso dal precedente, che ci sembrava più familiare. Infatti quando i musicisti hanno chiesto se preferivamo il brano di Beethoven o quello di Sibelius, la maggior parte ha indicato il primo perchè, essendo europeo, usava un linguaggio a cui siamo più abituati.

Ascoltare la musica classica dal vivo è sempre una bellissima esperienza: ti entra dentro e ti attraversa, la si percepisce con i brividi sulla pelle. Non invecchia mai ed è sempre attuale, forse perchè i sentimenti che esprime sono quelli che proviamo ancora noi oggi. Gli strumenti sembrano magici e stupisce come da quei pochi strumenti possa uscire una sinfonia così articolata.

Di WeMoro

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *