mano con penna su scrivania

Ve lo ricordate? Era la primavera del 2020 e cominciavamo a fare i conti con pc, videolezioni e isolamenti… ci aspettava la DAD! Per ricordare come ci sentivamo, abbiamo scovato in archivio il video realizzato dalla nostra scuola nell’aprile 2020 e l’articolo scritto da ANNA SORU, FEDERICO CHIAPUSSO e MARILISA MARUCA a giugno 2021.

Durante questo anno scolastico [2020-2021, ndr], sicuramente difficile, nella solitudine delle nostre stanze, ci siamo dovuti adattare a tutte le nuove normative anti­ covid che hanno stravolto il nostro modo di vedere la scuola. La DAD e il ritorno in classe in percentuale hanno recato danni a tutti gli studenti, in particolare a quelli frequentanti la prima superiore, che si sono ritrovati catapultati in un ambiente completamente nuovo e non hanno avuto modo di farci l’abitudine. Di questo, ha deciso di parlarci un ragazzo arrivato quest’anno nella nostra scuola: «La DAD ha ostacolato molto il mio percorso di apprendimento e il ritorno al 50% ha aggravato ancora di più la situazione». Durante l’intervista, il ragazzo ha dato libero sfogo alle sue emozioni raccontandoci la sua esperienza: era già abituato dall’anno precedente a passare tutte quelle ore davanti a un computer; compagni e insegnanti, oltre al maggior carico di lavoro, sono state le uniche novità. «Anche l’esame di terza media fu anormale, dovemmo infatti eseguire la prova orale davanti un computer, come sempre». Ci ha raccontato che l’unica cosa positiva di quest’anno è stata fare nuove conoscenze, anche se i giorni di scuola veri e propri sono stati pochi, visto che fin da subito siamo stati divisi in gruppi. 

«Conoscevo soltanto tre persone nella mia classe e fare amicizia con gli altri non è stato facile. Non avevamo il tempo di conoscere bene i nostri compagni, dato che dalla settimana dopo questi ultimi erano già in DAD e al loro posto ce ne erano di nuovi». 

Neanche due mesi dopo questo pseudo ritorno alla normalità, siamo stati rinchiusi nuovamente nelle nostre case, davanti ai computer e ai tablet a vedere i nostri insegnanti andare ancora in classe e parlare in un’aula vuota. Inoltre, il ragazzo ci ha fatto notare che una delle cose che meglio ricorda del primo periodo legato alla DAD, consiste nel sentire parlare i propri compagni ma non riuscire a riconoscerne la voce. 

«Ormai di nuovo abituati a questa situazione, ci sembrava impensabile un ritorno in presenza, ma quando invece ci è arrivata la notizia del rientro, abbiamo subito iniziato a pensare a tutte le interrogazioni e alle verifiche che avremmo dovuto svolgere». Questo si è verificato in tutte le classi, tramutando la felicità di rincontrare i compagni, in ansia legata allo studio necessario per ottenere dei buoni risultati nelle poche settimane rimaste. «Questi sono stati i mesi più difficili di cui io abbia ricordo: interrogazioni, verifiche, compiti e malessere sono le principali cose che mi vengono in mente ripensandoci». 

Tra alti e bassi è arrivata anche la fine della scuola, quest’anno attesa più che mai. «Per fortuna siamo riusciti a vivere questo momento in presenza, anche se soltanto al 75%, finalmente liberi dalle verifiche e con la disponibilità degli insegnanti nel lasciarci godere gli ultimi giorni, trascorsi all’insegna dello svago, con uscite, giochi e film». Conclusa la nostra conversazione, ci siamo salutati nella speranza di ritrovare un po’ più di normalità nell’incontrarci nuovamente a scuola. 

Foto Green Chameleon/Unsplash

Di WeMoro

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