– di Giulia Sandretto e Sara Mancuso –

“Non ho più niente da perdere, niente può più ferirmi. 

La mia vita è solo una commedia”

Eccoci qui a scrivere di un film che è più di un film, di un protagonista che nasce da un fumetto nel 1940 e torna ai nostri giorni più accattivante che mai, di un personaggio cattivo che forse così cattivo non è, insomma, di un Joker  tornato alla ribalta più intrigante di sempre!  

Ma chi é questo Joker?  Lo conosciamo con questo nome, ma nasce Arthur Fleck, povero aspirante cabarettista che, nel film, vive con la mamma in una triste periferia della Gotham City nota ad ogni buon lettore di fumetti.  

Ma la sua storia parte da ben più lontano, prendendo forma come personaggio dei fumetti di Bob Kane: acerrimo nemico di Batman (proprio come Sherlock Holmes ed il suo eterno nemico Moriarty), è definito “agente del caos”, una terribile figura che nasconde sotto il cerone bianco da clown, insieme ad irsuti capelli verdi e l’immancabile completo viola, un sorriso inquietante ed una furia omicida. Così inquietante che la censura americana, negli anni ‘50, lo trasforma in un personaggio più innocuo, meno spaventoso, quasi ridicolo, che serve solo a fare da contraltare alla bontà di Batman. 

Ma Jocker ben presto rivendica il riconoscimento della sua vera natura e così torna ad essere sempre più pericoloso e crudele, trasformando con un tocco di follia il suo personaggio nella versione oscura e psicopatica che ci è oggi più familiare.

Oggi la sadica pazzia ed il ghigno feroce che ha sempre sul volto sono gli elementi che associamo al suo personaggio, aprendo la porta alla follia, anche omicida, che rende Joker molto più moderno. Così anche il cinema si è avvicinato al personaggio cattivo, togliendolo dall’ombra di Batman e riservandogli una lettura psicanalitica che affascina gli spettatori e li trascina nel buio della sua anima. 

La pazzia come elemento caratterizzante, quel tocco di noir nella storia, la solitudine come scudo al dolore della vita, una colonna sonora d’effetto. È bastato trovare un attore giusto ed il gioco è partito: ecco il Joker del 2019.

Qualche accenno alla trama…

Il regista Todd Phillps ci racconta la storia di Arthur (interpretato o, meglio, vissuto, da uno straordinario Joaquin Phoenix), un triste uomo che nella sua vita sembra aver fallito in tutto: amore, lavoro e salute. Vive una vita grigia con sua madre Penny in un degradato appartamento a Gotham City. È depresso, e soffre anche di un disturbo che gli provoca improvvisi e incontrollabili attacchi di risate bizzarre e inquietanti. Paradossale il suo sogno: diventare un comico acclamato e adorato da tutti, ma non è che un semplice clown. Sarà la trasformazione da Arthur a Joker a cambiare la sua vita, diventando a suo modo un eroe, un eroe del Male!

Una scena cult da ricordare       

Il ballo sulle scale

Impossibile non citare il balletto solitario sulla gradinata, su una musica che noi sentiamo nelle orecchie e che Arthur/Joker sente invece nella sua mente. Dopo l’uscita del film, curiosità, quelle scale (che esistono davvero, nel Bronx, a New York) sono gettonatissime per le foto dei turisti.

 E poi? Se sei un vero fan del nemico di Batman, allora fidati del regista che ha annunciato un sequel del film, anticipando anche il titolo: “Joker: Folie à  Deux”.          

E noi che ne pensiamo…?

Anche noi ci siamo fatte conquistare da questo film.

La “combo” Joker x Phoenix è perfetta: il film mette in risalto tutti i punti luce di Joker e dell’attore, rendendo il film più avvincente e accattivante che mai. Davvero questo film può essere definito inaspettato, enigmatico e originale… in pratica, il contrario di molti altri film che coinvolgono il personaggio di Joker! 

Perché questo Joker genera molta empatia?

Joker è un povero emarginato, pieno di problemi personali, che si dà da fare per guadagnare con fatica l’indispensabile per sopravvivere. Uno dei tanti cittadini di questa America luccicante che sotto nasconde pieghe di tristezza.  Eppure si trasforma in eroe, anche se negativo. Joker non compie esplicitamente azioni realmente disturbanti e rivoltanti: le sue azioni hanno, infatti,  sempre una giustificazione morale. E così lo spettatore non prova quindi disgusto per le azioni del protagonista, nonostante non siano moralmente corrette o socialmente accettabili, ma si trova a condividere la triste realtà del protagonista, guardando la realtà con i suoi stessi occhi. 

Foto di copertina: Pexels/BROTE studio

Di WeMoro

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